Il Closlieu

Uno spazio specifico per stimolare e proteggere l'emergere della Formulazione

Come rendere possibile a tutti il gioco semplice e benefico della pittura?
Creando le condizioni adatte a superare i pregiudizi e le inibizioni.

Tutti sono capaci – proprio come lo è il bambino piccolo – di lasciarsi andare a questo gioco, quand’esso si svolge in uno spazio messo a punto a questo fine. Questo spazio è il Closlieu (dal francese clos, che significa chiuso, and lieu, luogo).

Dal gioco nel Closlieu non risultano opere che altri contemplino, opere fatte per essere supporto di un messaggio, ma una traccia sul foglio il cui emergere, da sé solo, reca un piacere completo a colui che la lascia prodursi.

Questa traccia sul foglio, nata da un impulso spontaneo – salvaguardato oppure ritrovato – non appartiene all’arte, ma alla Formulazione.

Arno Stern ha creato il Closlieu cinquant’anni fa. E’ qui – poiché l’emissione vi vive liberata dai parassiti che l’infestano e la impoveriscono – che ha incontrato la Formulazione e ha potuto studiarla in tutta la sua originalità.

Guardate queste immagini del Closlieu… Immaginate questo luogo sottratto alle pressioni della vita quotidiana! Immaginate la riunione, in questo luogo, di una dozzina di persone che hanno disimparato la competizione perché ciò che s’afferma qui, sono proprio le loro differenze – differenze d’età, di personalità, d’origine. Immaginate infine un’attività che ha le virtù di un gioco e la serietà di un lavoro sul quale si concentrano tutte le facoltà dell’essere!

L’attività nel Closlieu non è una terapia; ma è preventiva di terapia perché stimola capacità che permettono all’individuo di realizzarsi. Essa sviluppa precisamente attitudini che la cultura ha soffocato e fa di ciascun essere, qualunque sia il momento in cui si dedica alla Formulazione, una persona più completa.

Praticien

Servitore del Closlieu

Affinché l’atto del tracciare possa prodursi – liberato d’ogni ostacolo – è necessaria la presenza stimolante di un ‘praticien’. Egli non insegna. Non giudica. Non fa commentare la traccia. Il suo ruolo è quello di un servitore.

Per esercitare questo ruolo, egli deve conoscere le leggi della Formulazione. Questa conoscenza lo premunisce contro lo stupore, l’indiscrezione, l’intervento, l’accaparramento. Il ‘praticien’ nel Closlieu, ha acquisito un’attitudine rispettosa verso la persona e verso la traccia della persona.

L’attenzione portata ai meccanismi della Formulazione, esclude deliberatamente qualsiasi curiosità per il suo contenuto. Comprendere il suo funzionamento è un percorso scientifico ed è tutt’altra cosa che interpretare dei disegni.

Arno Stern, primo ‘praticien’ d’Educazione Creatrice, tiene conferenze e corsi di formazione in tutto il mondo. I suoi libri rispondono ad un’aspettativa tanto pedagogica che scientifica.

Educazione Creatrice

Un mestiere, un’attitudine

Creando il Closlieu, Arno Stern ha dato alla sua attività il nome di “Educazione Creatrice”. Con ciò egli ha voluto indicare che in essa si tratta, all’opposto del condizionamento alla dipendenza, di un’iniziazione all’autonomia dell’individuo. Egli teneva a mettere l’accento sul fatto che lo sviluppo personale è legato all’esperienza sociale. Così, l’attività nel Closlieu permette all’individuo di realizzarsi tra gli altri, e non contro gli altri.

Se il Closlieu è la patria della Formulazione – poiché la suscita e le dà tutta la sua ampiezza – l’esperienza di comportamento di quelli che vi vengono a dipingere, in gruppi formati da individui diversi, ha conseguenze durature nella vita di tutti i giorni.

L’essere creativo è un individuo equilibrato, il contrario di un individuo aggressivo e di un individuo disperato.

E’ in questo senso che va inteso il termine “Educazione Creatrice”.